FEDELI ALLA TERRA


FEDELI ALLA TERRA

 

Quando Cristiana Scavolin mi ha parlato del suo progetto “appraisal. at present.” ho accettato senza remore, poter raccontare le proprie idee sul futuro del mondo in un contesto di ricerca e discussione internazionale è stato neurotonico.
Questa edizione  pilota riguarda il cambiamento e l’adattamento al cambiamento.
Vi invito alla lettura e spero che i nostri punti di vista siano motivo di riflessione.
testo in italiano

FEDELI ALLA TERRA

Questo tempo sospeso ci ha costretti all’isolamento coatto del corpo per garantire la sopravvivenza del genere umano e ci ha donato un elemento prezioso, il tempo per riflettere.L’ uomo ha avuto la possibilità di chiedersi cosa veramente desidera per se stesso e per il luogo che lo accoglie.E’ necessario e indispensabile indagare il ruolo tra l’uomo e la natura.Cosa intendiamo, oggi, con le parole natura e naturale? Si tratta di nozioni ormai vuote e fossilizzate, o al contrario, ancora dotate di un senso da ricercare? In che misura l’uomo,  può comprendere ed esperire la natura come condizione preliminare della sua esistenza?

Attraverso l’azione tecnica e la progettualità, l’uomo scavalca il suo radicamento alla terra , la tecnica è il modo in cui l’uomo interagisce con l’ordine naturale e, a partire da questo, costruisce quello umano.In questo contesto il limite e’ che la tecnica quindi la tecnologia domini la natura o addirittura tenda a sostituirla.

Come possiamo reagire a questa tendenza che disumanizza e non ci rende felici?

L’ individuo e la comunità dovranno ripensare e ridefinire profondamente società e mestieri ,sarà una necessità sempre piu’ impellente.

Un modello microeconomico o economia di prossimità, dove la la tecnica dell’ individuo sia sublimata.

Sara’ sempre piu’ importante sapere chi ha prodotto fisicamente una materia prima,su quale terroir ,con quale rispetto per esso e quanto questa produzione abbia salvaguardato l’ ambiente e sia stata processata con scarti 0.

Sicuramente le evoluzioni piu’ immediate saranno visibili all’ interno delle GDO, potrebbero addirittura diventare in un  futuro non troppo prossimo, luoghi di ricerca.

Le GDO dovrebbero essere riprogettate come contenitori di ricerca estetica nella manualità e artigianalità, che identifichi uno specifico terroir, fino a divenire esse stesse micro economie circolari.

Citando Zarathustra , spero diventi un invito alla riflessione dell’ uomo nuovo:
«Vi scongiuro fratelli, rimanete fedeli alla terra e non credete a quelli che vi parlano di sovra terrene speranze!».